Business migranti e Caritas, Salvini: “Uno schifo, e pagano gli italiani!”

Con un post su Facebook il leader della Lega ha duramente condannato lo scandalo che ha investito la Caritas di Bergamo. 

“Una roba vergognosa”. Non usa mezzi termini Matteo Salvini per commentare lo scandalo che ha investito in pieno la Caritas di Bergamo. 

La magistratura infatti sta indagando per truffa il sacerdote don Claudio Visconti e alcuni suoi collaboratori. L’accusa è quella di aver gonfiato le rendicontazioni per mettersi in tasca i soldi che lo Stato versa alle associazioni che si occupano di ospitare i richiedenti asilo.

Nelle conversazioni intercettate dagli inquirenti sono infatti emersi tutti gli espedienti che queste persone utilizzavano per truffare lo Stato, come ad esempio quello di falsificare il registro presenze per intascare più soldi possibile. 

Ci troviamo di fronte dunque all’ennesimo scandalo in cui l’accoglienza dei migranti si trasforma in un sistema per fare soldi sulla loro pelle e su quella dei contribuenti italiani. 

Salvini, business migranti ” Se è vero, è uno schifo”

Il leader della Lega, da sempre fortemente critico contro il sistema dell’accoglienza dei migranti, ha pubblicato un post molto duro per commentare questa vicenda. “La peggiore conferma di quello che ha sempre detto la Lega sul business odioso dell’immigrazione clandestina e dell’accoglienza” trasformata in mangiatoia.

Intervenendo poi alla trasmissione Mattino 5, Salvini ha spiegato che da quello che si apprende dall’inchiesta portata avanti dalla procura di Bergamo, emergono particolari agghiaccianti.

Sfruttamento lavorativo dei richiedenti asilo, cibo scaduto per risparmiare il più possibile sui costi e addirittura uno stupro avvenuto nella struttura di accoglienza. 

E d’altronde, alcune delle intercettazioni pubblicate oggi dai giornali su questa sembrano lasciare pochi dubbi su cosa sia accaduto. “Tanto non se ne accorge nessuno” commenta così uno dei collaboratori del sacerdote mentre era al telefono con lui. 

Da quello che si apprende infatti, su 35 euro giornalieri che lo Stato versava alla Caritas di Bergamo per fornire vitto e alloggio ai richiedenti asilo, 30 di questi venivano sottratti indebitamente. 

Al punto che in una delle intercettazioni, il prete al telefono si chiede se i restanti 5 euro per mantenere i migranti non siano troppo pochi, salvo poi dare comunque il suo benestare all’operazione.

Nell’inchiesta inoltre sono coinvolti alcuni funzionari pubblici. Nel capo di imputazione viene infatti spiegato come queste persone riuscivano “a condizionare le istituzioni al fine di ottenere vantaggi indebiti.”

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