Scopriamo chi è Padre Gratien, colpevole dell’omicidio di Guerrina Piscaglia, la donna scomparsa nel 2014 e il cui corpo non è mai stato ritrovato.
Padre Gratien è stato condannato in via definitiva a 25 anni di reclusione. Il sacerdote è considerato il colpevole dell’omicidio di Guerrina Piscaglia, scomparsa nel nulla sei anni fa.
Il marito della donna, Mirko Alessandrini, si è sempre battuto per ottenere la verità e soprattutto per ritrovare il corpo della moglie.
Gratien Alabi, per conto suo, ha dichiarato la sua innocenza, sostenendo che le accuse su di lui erano infondate.
Per il momento l’uomo sconta la sua condanna in carcere, dopo aver fatto sapere tramite i suoi avvocati di: “andare incontro con serenità a ciò che è stato stabilito”
Alabi è rinchiuso in una cella di Rebibbia. Nonostante il Vaticano abbia fatto sapere della sua sospensione, Padre Gratien continua la sua attività religiosa.
Oltre a questi sono tantissimi gli amici e i fedeli che lo vanno a trovare a Rebibbia per ricevere una parola di conforto o una preghiera da lui.
Per il momento, il parroco dopo un’iniziale non accettazione della condanna, sembra aver torvato in carcere una sua dimensione: ha fatto amicizia con quattro persone e ha con sé sempre Vangelo e Bibbia.
L’uomo è stato condannato per aver ucciso la casalinga Guerrina Piscaglia, scomparsa sei anni fa dal borgo Valmarecchia in provincia di Arezzo. Dalle indagini pare che i due avessero una relazione extraconiugale.
Infatti Guerrina era sposata con Mirko Alessandrini, dal quale aveva avuto un figlio.
A confermare la relazione sono stati anche i tabulati telefonici dei telefonini della vittima e dell’imputato. Inoltre il marito di Guerrina ha dichiarato che qualche giorno prima, la donna gli aveva aperto la porta di casa con una spallina abbassata.
I due aiutavano il sacerdote di Ca’ Raffaello con tutte le faccende relative alla Chiesa.
Il sacerdote è di nazionalità congolose, ha 48 anni ed ha studiato alla Facoltà di Teologia dell’Università Saint Augustin di Kinshasa. Da qualche anno, prima della terribile tragedia, era il parroco della Chiesa di Ca’ Raffaello ed era molto amato dai suoi parrocchiani.
Allo stesso tempo in tantissimi si erano lamentati della sua presenza lì, perché non lo ritenevano all’altezza della situazione.
Dopo la prima condanna fissata a 17 anni. Il sacerdote era stato spostato dal carcere a una congrerazione della parrocchia in cui era stato parroco e tenuto sotto controllo con il braccialetto elettronico.
Successivamente dopo il secondo processo in cui è stato condannato a 25 anni con l’accusa di omicidio volontario, per aver strangolato a mani nude Guerrina ed essersi disfatto del cadavere, è stato portato di nuovo in cella a Rebibbia
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