Sinisa Mihajlovic, Viktorija confessa: “per papà ho smesso di respirare”

Viktorija Mihajlovic, la figlia dell’allenatore del Bologna, ha fatto chiarezza sulle condizioni del padre e su come hanno vissuto questo difficile periodo.

Viktorija Mihajlovich (fonte Instagram @vickymiha)
Viktorija Mihajlovich (fonte Instagram @vickymiha)

La figlia di Sinisa ha deciso di rivelare, durante un’intervista, alcuni dettagli sulla sua vita privata in relazione alle condizioni di salute del padre.

Per il momento la famiglia ha ritrovato di nuovo il sorriso proprio perché l’allenatore del Bologna ha finito le sue sedute di chemioterapia.

Come si può immaginare la notizia della malattia aveva colpito tutta la famiglia che si era accercchiata intorno al padre.

Come ha rivelato la ragazza, per la prima volta, tutti hanno capito che dovevano essere loro a salvare il padre e non viceversa.

Un sentimento comune che si è diffuso in tutti i membri della famiglia. Sinisa, infatti, è sposato dal 1995 con Arianna Capaccioni e la coppia ha avuto sei figli:  Virginia, Marco, Viktorija, Dušan, Nicholas e Miroslav.

Viktorija Mihajlovic: “Mesi molto difficili, ma adesso torniamo a sorridere”

Sinisa e Viktorija Mihajlovic

La ragazza ha raccontato ai microfoni di Rai Radio 2 come hanno affrontato questo periodo:

“Sono stati mesi molto difficili. Questo è un periodo felice, è come se trattieni il fiato e poi riprendi aria. Stiamo iniziando a respirare. Ci stiamo godendo papà, questi mesi in cui siamo stati tutti chiusi in casa abbiamo passato due mesi interi insieme a lui. Per noi è stata una cosa nuova, lui per il suo lavoro stava sempre in giro. Io non sono mai stata una ragazza molto affettuosa. Quando capita una cosa del genere inizi a pensare che avresti potuto comportarti differentemente in tante situazioni e cerchi di recuperare”

Sinisa si è ammalato di leucemia l’anno scorso e come è facilmente immaginabile, la notizia non aveva scosso solo il mondo del calcio ma anche la sua famiglia che però gli è stata accanto il più possibile:

“Ci siamo uniti tutti tantissimo. E ho capito mio papà. Quando mi sgridava, mi metteva in punizione. Ho capito tante cose. Come abbiamo saputo della sua malattia? Papà lo sapeva già da due giorni, non ci aveva detto nulla. Doveva partire per il ritiro, ma ci disse che non sarebbe andato perché aveva un po’ di febbre. Poi lo ha detto a mia mamma e mia mamma lo ha detto a noi. Quando abbiamo saputo della leucemia ero molto arrabbiata. Continuavo a chiedermi perché una cosa del genere era capitata a noi. Quello è stato un momento difficile. Adesso che sono finiti i cicli sicuramente è un periodo che fa un po’ meno paura. Anche se è una cosa lunga, tu devi imparare a conviverci con questo peso dentro”

La ragazza per rendere omaggio al padre sia come calciatore sia come persona ha deciso di scrivere un libro su di lui per far conoscere al grande pubblico anche il suo aspetto più umano:

“Volevo far conoscere il suo lato più umano, buono, generoso e sensibile. Raccontare il Sinisa che mi fa le trecce prima di andare a scuola, o che fa il buffone per farmi ridere quando torna a casa […] Le mie amiche sono in soggezione, quando le invito a cenare a casa mi dicono che se c’è Sinia vengono dopo cena. Lui non ti mette molto a tuo agio, rimane un po’ freddo, o anche quando fa la battuta, magari viene male e devi ridere per forza. Lo stesso vale anche per i fidanzati. Da piccola era molto geloso dei miei fidanzati, ma anche io ci mettevo del mio. Portavo a casa ragazzi un po’ bizzarri, diciamo così”

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