Duro attacco dello chef pluristellato, Gianfranco Vissani, che non si dice ottimista per l’istantanea riapertura del mercato
Un noto chef italiano attacca il Governo per la sua gestione economica, in fase di lockdown per la pandemia, Covid-19. Senza mezzi termini, Gianfranco Vissani, si fa portavoce della sua categoria e sbuffa: “Ci hanno imposto condizioni impossibili, il mio ristorante resta chiuso. Per riaprire servono 20mila euro, chi me li dà?”
Non è fiducioso, il gastronomo ternano, sulla ripartenza del mercato. A suo avviso, non sarà tutto come prima, almeno fino al 2022 e chiede di aprire gli occhi, nella sua lunga intervista all’agenzia LaPresse: “Il mercato ripartirà tra due anni, non prima. Occorrono mille miliardi per far riaprire il mio settore, il Governo deve dare i soldi a fondo perduto ed abolire le tasse fino al 2022. Io alle prossime elezioni gli porto 8 miliardi di voti contro“.
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Convinto della sua tesi, il presidente della Ristoritalia, chiede a gran voce di non riaprire ed afferma che dal canto suo, non saprebbe ad oggi, come pagare i suoi 18 dipendenti.
In maniera più pacata, a seguire la voce del rinomato chef, Valentina Paloschi, titolare dell’Hotel Principe di Rimini che preferisce rimboccarsi le maniche senza guardarsi indietro: “Il Coronavirus è una catastrofe che ha colpito tutto il pianeta: l’unica soluzione per uscirne è mettersi al lavoro, tanto i soldi persi nessuno ce li restituirà”.
Nemmeno quella della Paloschi sembra essere una visione al quanto ottimistica, ma di diverse vedute rispetto al cuoco di Civitella del Lago. Paloschi continua, spiegando: “In Emilia-Romagna qualcosa è stato fatto – riferendosi gli interventi del Governo – Non è molto, ma è qualcosa. Noi cerheremo di salvare il salvabile, purtroppo altri alberghi vicini hanno deciso di restare chiusi, spero cambieranno idea”.
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La titolare dell’Hotel Principe continua spiegando alcune dinamiche: a detta sua non sarà facile per chi punta sul prezzo basso, riuscire ad avere anche il budget per osservare tutte le norme di sicurezza, mentre in termini di turismo, dice, gli arrivi potrebbero essere frenati anche dal fatto che alcune aziende avrebbero imposto ai propri dipendenti, le ferie già godute durante la Fase 1.
Infine un occhio anche al mondo della ristorazione, bar, ristoranti, trattorie, con tantissimi dipendenti ancora in attesa della cassa integrazione. Oltre un milione e 300mila lavoratori stagionali hanno da tempo consumato il sussidio di disoccupazione e non è potuto tornare a lavorare, come previsto, in aprile. E questa stagione estiva non solo inizierà in ritardo, ma prospetta di non avere posto di lavoro per tutti, vista la riduzione degli arrivi.
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