Felicia Impastato famosa per essere la madre di Peppino, è stata una nota attivista italiana. Questa sera la Rai manderà in onda la fiction a lei dedicata.
La sua vita sarà ripercorsa dalla fiction Rai in onda questa sera, fino al giorno della sua morte ha combattuto per dare la giustizia alla morte di suo figlio Peppino Impastato, assassinato da Gaetano Badalamenti nella notte tra l’8 e il 9 maggio.
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Questa sera in prima serata andrà in onda la fiction di Rai Uno dedicata alla vita di Felicia, madre di Peppino Impastato. A prestare il volto della donna sarà l’attrice Lunetta Savino, che proprio oggi a Vieni da me ha ammesso: “Donna molto amata non solo dai parenti e dai conoscenti ma sopratutto da tantissimi giovani che anziché stare a casa a piangere il figlio ha compiuto un gesto rivoluzionario ha aperto le porte di casa sua per far conoscere la sua storia”.
Felicia Bartolotta nata a Cinisi si è sposata con Luigi Impastato che durante il fascismo fu mandato al confino per tre anni per mafia, era un piccolo allevatore. Dal matrimonio sono nati tre figli, Giuseppe detto Peppino, Giovanni morto a soli tre anni e poi il terzo chiamato anche lui Giovanni. Il marito era cognato per capo mafia del paese, ovvero Cesare Manzella. La donna è morta nel 2004 nel suo paese d’origine, la sua casa adesso è stata rinominata con il nome di Casa memoria Felicia e Peppino Impastato.
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Nella fiction in onda stasera a prestare il volto della protagonista è l’attrice Lunetta Savino: “Ho avuto paura a interpretare Felicia, per la prova umana più che professionale. Lei ha imparato dal figlio a combattere la mafia con le parole” ammette l’attrice nella trasmissione di Caterina Balivo e continua: “Fortunatamente grazie ai giudici Costa, Chinnici e Imbergamo sono riusciti a far incriminare Gaetano Badalamenti ma ci sono voluti 20 anni per avere giustizia”.
Fiction diretta da Gianfranco Albano nel 2016, viene riproposta oggi in occasione della giornata della memoria per le vittime della mafia. Il corpo di Peppino Impastato viene ritrovato senza vita lungo una ferrovia, da una prima ricostruzione dei Carabinieri si pensa a un attentato messo in atto dallo stesso Peppino, del quale sarebbe rimasto vittima. La madre Felicia, il fratello Giovanni e i vari amici del giovane non si arrendono però a questa versione dei fatti. Iniziano così a cercare le prove del coinvolgimento del boss locale Gaetano Badalamenti. Dopo diversi anni trovano magistrati come Rocco Chinnici e Antonino Caponnetto disposti a credere alla loro versione dei fatti. Grazie alla testimonianza di un paio di pentiti il boss verrà condannato all’ergastolo nel 2002 come mandante dell’omicidio dopo che il caso era stato archiviato per due volte, nel 1984 e nel 1992.
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