A Milano una folla si è riunita sui Navigli. I divieti nei parchi non sono rispettati e ora la situazione preoccupa. Il primario del Sacco: “Tanti gli infetti che tornano in circolazione”
La Fase 2 pare essere stata male interpretata da alcune persone. A Milano una folla si è riunita sui Navigli. Si parla anche di tanti ragazzi senza mascherine e non adeguatamente distanziati. Le foto che stanno girando sul web stanno mostrando la zona dei Navigli piena come lo era prima del coronavirus.
Non solo la situazione è critica sui Navigli, come ha fatto notare lo stesso sindaco di Milano, Giuseppe Sala, non si stanno rispettando i divieti nei parchi con le aree attrezzate per i giochi dei bimbi.
Sala si è espresso così: “Bisogna avere prudenza, non penso che ne usciremo facilmente. Sarà una storia lunga purtroppo, anche se non si possono non vedere i miglioramenti. Va bene fare i controlli, ma controllare una città da 1,4 milioni di abitanti è impossibile, quindi sono costretto a chiedere ai cittadini di comportarsi meglio”.
Poi, ha lanciato un ultimatum: “O le cose cambiano oggi, non domani, è un ultimatum, o io domani come al solito sarò qui a Palazzo Marino e prenderò provvedimenti. Chiudo i Navigli e chiudo l’asporto di bar e ristoranti“.
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La situazione preoccupa e non poco il Prof. Massimo Galli, primario di Malattie infettive del Sacco di Milano. Al quotidiano Repubblica avverte: “Le nuove diagnosi, soprattutto in città, riguardano cittadini riusciti finalmente a ottenere un tampone. Sono persone infettate da tempo. Questo significa che quella di Milano è una bomba, appunto perché in tanti sono stati chiusi in casa con la malattia. Abbiamo un numero altissimo di infettati, che ora tornano in circolazione. È evidente che sono necessari maggiori controlli. Poteva essere utile il test rapido, il cosiddetto ‘pungidito'”.
Si è espresso anche il governatore della regione Lombardia, Attillio Fontana, che si è mostrato cauto per quanto riguarda le riaperture. “Prima di poter parlare di dati per la riapertura bisogna vedere i dati”.
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Ora bisogna sperare che i dati siano buoni per garantire le riaperture, ma se la situazione in tutta italia è malinterpretata in questo modo, si rischia davvero un nuovo lungo stop.
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