L’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano Massimo Galli mette in guardia le persone in vista dell’inizio della Fase 2 facendo leva sulle ripercussioni economiche
Inizia a trapelare entusiasmo per i lievi miglioramenti inerenti contagi da coronavirus. I dati sono in calo e l’Italia si prepara ad entrare nella Fase 2 che avrà inizio lunedì 4 maggio 2020. Diverse categorie di lavoratori potranno tornare ad essere operativi (la stima è di circa 4 milioni e mezzo di persone). Sarà concesso inoltre di fare visita agli affetti più stretti. A prescindere da ciò, c’è chi predica calma e invita le persone a non “strafare” per non vanificare quanto fatto finora.
In tal senso si è espresso l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano Massimo Galli, che a “Sky Tg24” ha apertamente dichiarato che l’emergenza non è per niente finita e che non è possibile tornare alla “normalità” già da ora. A tal proposito ecco le sue preoccupazioni: “Dobbiamo riuscire a convivere con il virus. Altrimenti rischiamo di restare bloccati e ciò potrebbe avere conseguenze deleterie sul sistema economico. Se non facciamo attenzione bisognerà richiudere e sarà un disastro”.
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Galli ha poi precisato che i nuovi casi riguardano persone contagiate in casa tramite altre persone infettate (che l’avevano contratta prima dei decreti di chiusura) che hanno passato la quarantena con loro. Un aspetto che testimonia come il problema sia tutt’altro che archiviato.
Al pari di quanto ha auspicato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha rimarcato l’importanza dei prossimi giorni, i primi in cui verranno leggermente allentate le restrizioni. L’incubo di una nuova ondata è sempre dietro l’angolo sia per quanto concerne la salute, sia per la paura che si possa tornare al lockdown.
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Conte però è stato chiaro, stavolta le chiusure riguarderanno le zone specifiche. Quindi laddove si dovessero creare dei nuovi focolai, solo le aree interessate dovranno seguire delle particolari disposizioni. Se tutto dovesse andar bene si potrebbe pensare a delle nuove riaperture. Anche queste però, verranno fatte su base regionale, in relazione ai differenti stati di emergenza.
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