Quando si percepisce la Naspi ci sono dei vincoli e degli obblighi da rispettare onde evitare di perdere il diritto. Ma è compatibile con il lavoro?
Sono molte le persone che conoscono e naturalmente percepiscono l’indennità di disoccupazione Naspi. Spetta infatti ai lavoratori che hanno perso il posto di lavoro o che si sono licenziati per giusta causa. Serve a garantire un sostegno alla persone nella fase di transizione tra un’occupazione e l’altra.
Per forza di cose è suscettibile a diverse variabili come ad esempio la tipologia contrattuale e alla paga percepita. Solitamente durante questo periodo si cerca attivamente un nuovo impiego, anche perché la disoccupazione è a tempo (anche questo dipende da diversi fattori). I dubbi riguardano la fase successiva. Cosa succede se si firma un nuovo contratto? Si può lavorare e percepire la Naspi allo stesso tempo?
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Prima di comprendere al meglio la situazione, è bene specificare bene lo come funziona lo stato di disoccupazione. Si considerano disoccupate le persone che non hanno un lavoro o che hanno un reddito da lavoratore autonomo o dipendente molto basso.
Ma tornando al quesito originario, in parte la risposta è in parte affermativa, ma naturalmente vanno esaminate le varie casistiche. Bisogna infatti considerare il tipo di impiego. Qualora il lavoro sia stabile e continuativo, già dal momento dell’assunzione non si può continuare a percepire l’indennità Naspi, che viene sospesa automaticamente.
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Discorso diverse per il lavoro occasionale, a progetto o autonomo con guadagni non eccessivi. Per queste tipologie lavorative non è prevista la decadenza del diritto alla disoccupazione. A tal proposito però esistono delle soglie entro le quali il beneficiario può mantenere lo stato di disoccupazione. I lavoratori dipendenti non devono superare gli 8145 euro annui, mentre quelli autonomi non possono andare oltre i 4800 euro all’anno. Nel caso di altri redditi, l’indennità Naspi va ricalcolata e ridotta dell’80% rispetto al suo importo originario.
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