Coronavirus, calcio: partite a porte chiuse o stop del campionato?

Il dilemma inerente la misura da adottare per contrastare il Coronavirus sta dividendo il mondo del calcio italiano. Ecco i possibili scenari ipotizzati

Coronavirus
pallone e campo di calcio (Fonte Pixabay)

L’Italia è nel caos più totale. Il Coronavirus sta avendo degli effetti collaterali su tutte le principali attività del Bel Paese, compreso il calcio, da sempre motore trainante dello stivale.

Il propagarsi dell’epidemia in Italia (sono circa 2500 i casi riscontrati, 79 le persone decedute e 160 le persone dichiarate guarite), ha generato un caos assurdo nel mondo del pallone, visto che tra rinvii delle partite e difficoltà riguardanti le date dei recuperi, non si riesce a trovare un compromesso che metta d’accordo tutti.

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Coronavirus: stop campionati o partite a porte chiuse?

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Parma (GettyImages)

In attesa di capire come procedere, sono saltate le semifinali di ritorno di Coppa Italia (Juventus-Milan e Napoli-Inter) ed a forte rischio anche il prossimo weekend in cui si sarebbero dovuti recuperare i match della 26esima giornata, tra cui il confronto scudetto tra Juventus ed Inter. Le discussioni tra Lega Calcio e club e l’incertezza riguardante il propagarsi del virus, al momento resta tutti in stand-by. Il nodo da sciogliere è se fermare il campionato di Serie A (e tutti gli altri) per circa un mese, o se far disputare tutti gli eventi calcistici a porte chiuse per lo stesso periodo di tempo. Altre discipline hanno optato per questa seconda opzione, anche perché con Europeo di calcio e Giochi Olimpici in programma la prossima estate, fermare lo sport diventerebbe un grandissimo problema.

L’ultima parola però spetta alla Lega Calcio. È quanto ha fatto sapere il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che sta naturalmente seguendo la dinamica a 360° visto il boomerang che ha comportato in molteplici campi, su tutti quello economico. Dunque, non rimane che aspettare, anche se la decisione per forza di cose deve arrivare in tempi stretti. Al momento sembra favorita l’ipotesi di vietare l’accesso agli stadi ai tifosi per circa un mese, quando si stima che l’emergenza possa rientrare. Ma, in una fase così concitata, nulla può essere escluso a priori.

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