Il primario di Codogno spiazza tutti con la sua ammirabile scelta
Il dottor Giorgio Scanzi è il medico 65 enne primario di Medicina all’ospedale di Codogno. Il paese in provincia di Lodi, focolaio lombardo, dove è stato trovato il ‘il paziente uno’, il primo caso di positività al virus in territorio italiano.
Ciò che sorprende è la scelta del primario, il quale si trovava in ferie e gli sarebbe bastato solamente un giorno di lavoro per andare definitivamente in pensione. Quando è arrivata la notizia del primo caso, la sua decisione è stata chiara sin dall’inizio: tornare in servizio per stare vicino ai suoi pazienti malati, rimandando così, a data da destinarsi, il congedo dalla professione. Un gesto da eroe, di un uomo che ha deciso di stare al proprio posto, anche se non era richiesto, per far fronte ad una situazione grave, aiutando gli altri.
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Il primario commenta emozionato le ragioni della sua decisione
“Mi scusi per la voce bassa ma cerchi di capire. Non sto facendo niente di speciale. Mi sembrava giusto essere qui, ho solo rinunciato a delle ferie” ha affermato all’Eco di Bergamo, spiegando le ragioni della sua eroica scelta.
Nato sessantacinque anni fa nel paesino di San Pellegrino in provincia di Bergamo, il dottor Giorgio Scanzi non ha potuto fare a meno di alludere alla rinomata tempra bergamasca. “Eh sì, diciamolo chiaramente: le mie origini bergamasche si vedono in questo – ha detto scherzando – Ho proprio l’animo del classico muratore bergamasco: quando costruisco qualcosa voglio finirla e finirla bene. Certo, mai mi sarei immaginato di chiudere la mia carriera ospedaliera con una emergenza simile. Diciamola così, una cosa del genere non mi era mai capitata e non mi capiterà più”.
Il Coronavirus partito dalla città di Wuhan in Cina è arrivato in Italia e sta causando decine di morti e centinaia di contagi. Gran parte della popolazione è in preda a psicosi. In una situazione di disagio come questa, un semplice gesto come quello del dottor Scanzi, un gesto non dovuto, restare al proprio posto, andando oltre a quello che è il proprio dovere, si configura come un’azione solidale e di grande umanità.
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