Seguire una dieta vegana può portare dei rischi per il cervello. La causa è la mancanza di un nutriente fondamentale per le funzioni cerebrali
Lo stile alimentare vegano si è consolidato sempre di più negli ultimi anni. Una tendenza che ha portato alla produzione di prodotti appositi e all’apertura di ristoranti dove vengono serviti solo questo genere di pietanze. Un’esigenza che nasce dalla solidarietà verso gli animali, spesso e volentieri sfruttati per soddisfare il nostro fabbisogno nutritivo.
Chi decide di intraprendere questo percorso è quindi smosso dalla voglia di fare un piccolo gesto verso di loro e di conseguenza elimina dalla propria dieta qualsiasi prodotto di origine animale e anche i derivati. Senza nulla togliere al nobile principio morale da cui deriva, la dieta vegana non è però sinonimo di benessere. A causa della rigida selettività, si finiscono per perdere tanti nutrienti fondamentali per l’organismo.
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Ad esempio prendendo in esame il cervello, l’assenza totale di carne (di qualsiasi tipo), pesce, latticini e uova sfavorisce la produzione di Colina, fondamentale per quanto concerne alcune importanti funzioni cerebrali.
Meglio nota come vitamina J (con una struttura simile alle vitamine del gruppo B) , la Colina gioca un ruolo determinate per la trasmissione dei segnali nervosi. Grazie alla sua trasformazione in Acetilcolina, mantiene la giusta funzionalità neuro-encefalica. Una carenza di questo neurotrasmettitore potrebbe facilitare lo sviluppo di depressione, perdita della memoria, bipolarismo e può addirittura comportare l’Alzheimer precoce. La Colina inoltre è benefica anche per altre parti del corpo: controlla l’integrità delle cellule, il livello di colesterolo nel sangue e favorisce la corretta funzione cardiovascolare.
Ad onor del vero viene prodotta anche dal fegato, ma in una quantitativo piuttosto basso. Medesimo il discorso per quanto concerne alcuni alimenti affini al regime vegan come semi di soia, zenzero e alcune verdure come piselli, cavoli e lattuga. Il loro contenuto di Colina è di meno di 100 mg al chilo, mentre le dosi consigliate per il corpo umano oscillando dai 250 mg ad 1 grammo al giorno.
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