Cani e gatti, sorpresa in vista da parte di Spotify

Spotify ha creato una playlist concepita appositamente per i nostri amici a quattro zampe. In quali momenti potrà essere utile? 

Cani e gatti fanno sempre più parte della vita dell’uomo. Secondo il rapporto Assalco – Zoomark 2019 sull’alimentazione e la cura degli animali da compagnia sono circa 60 milioni gli animali domestici nelle case degli italiani. Tra questi il 39% è rappresentato da cani e gatti (5,9 milioni nel primo caso, 4 milioni nel secondo).

Sono senz’ombra di dubbio loro i pets che interagiscono meglio con l’uomo e che hanno bisogno delle maggiori attenzioni, almeno per quanto riguarda il fattore affettivo. Purtroppo però visti i ritmi sostenuti della società moderna, spesso e volentieri non si riesce a trascorrere troppo tempo con loro. In alcune circostanze si è “costretti” a lasciarli soli in casa.

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Spotify, ecco quando utilizzare la playlist per cani e gatti

Proprio per via di quest’assenza “giustificata” la piattaforma musicale svedese Spotify ha deciso di creare una playlist che i padroni possono mettere per cercare in qualche modo di fargli pesare di meno la solitudine. Una soluzione ideata dopo aver scoperto che più del 70% dei proprietari dei cani e gatti nel Regno Unito utilizza la musica quando lasciano da soli in casa i loro amici a quattro zampe.

Nello specifico la società di streming Spotify ha lanciato un audio-programma di musiche rilassanti, di frasi studiate ad hoc, messaggi di rassicurazione e storie che riescano a garantire loro serenità e allontanamento dello stress. La scelta è vasta e tramite degli algoritmi aiuta circa la metà dei padroni, che sostiene di conoscere bene i gusti musicali dei propri pets. Una “percezione” dovuta alla reazione di quest’ultimi, che a quanto pare rispondono ballando alle musiche gradite.

L’innovazione è stata accolta con l’approvazione totale da parte degli esperti del comportamento animale. Naturalmente non potrà mai colmare il gap con l’affetto umano, ma di certo può aiutare ad farli rilassare. Insomma, provare per credere.

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