Patentino per Cani: cos’è e quando entrerà in vigore

Il patentino per Cani è una misura proposta nel nuovo regolamento per la tutela degli animali del Consiglio comunale di Milano. Chi riguarda e come funzionerà?

Patentino per cani
Due cani aggressivi che si azzuffano (Fonte: Getty Images)

La revoca dell’obbligo di museruola nelle aree cani e il divieto di utilizzo dei collari a strozzo, ha lasciato in dote una serie di polemiche e di interrogativi, a cui il comune di Milano sta provando a far fronte.

Nel nuovo regolamento per la tutela degli animali che il comune di Milano si appresta ad approvare, c’è una novità significativa che potrebbe rivoluzionare il mondo dei cani, creando un precedente alquanto scomodo.

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Patentino per cani: chi deve necessariamente conseguirlo

Patentino per cani
Cane, Fonte: Pixabay (https://pixabay.com/it/photos/cane-cagnolino-animale-ritratto-4274989/)

Nella fattispecie si tratta dell’obbligo di possedere un patentino per cani per i proprietari di razze ritenute pericolose, come Pastori tedeschi, Pitbull, Rotweiler, Bull Terrier, Cane Corso e tanti altri che potenzialmente possono rivelarsi letali.

Nel caso in cui questa normativa dovesse essere approvata definitivamente (la discussione decisiva e la votazione sono in programma il prossimo 16 gennaio), i padroni dei suddetti cani dovranno frequentare un corso gratuito di tre giorni organizzato Comune, Ats e Ordine dei Veterinari. Verranno date delle lezioni al fine di conseguire un patentino. Durante le lezioni, i proprietari dei cani pericolosi apprenderanno una serie di nozioni sul comportamento dell’animale, il benessere e lo stile di vita in base a razza, età e altre caratteristiche specifiche.

Naturalmente in ambito politico sono già molteplici le discussioni sul caso. Il PD si è detto favorevole, mentre Forza Italia no. Secondo quest’ultimo partito, la disposizione dovrebbe essere introdotta come un’opportunità e non come un obbligo. Nel caso in cui il comune di Milano dovesse ratificare il provvedimento, probabilmente si creerebbero delle reazioni a catena. Altri comuni infatti potrebbero prendere come esempio e decidere di fare lo stesso e scatenare un malcontento generale. Almeno in prima istanza si potrebbe pensare di renderlo facoltativo, in modo tale da permettere alle persone di avvicinarsi a quest’idea senza troppe forzature.

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