Finisce nella bufera il noto social network Facebook, dopo l’annuncio di una società di sicurezza: incustodito e online un database con milioni di dati di utenti
Il famoso e super utilizzato social network Facebook finisce nuovamente nella bufera, in seguito ad un problema relativo alla privacy di milioni di utenti: una società di sicurezza ha infatti annunciato di essersi imbattuta in un database che ospitava i dati di 267 milioni di persone.
Non è la prima volta che l’impresa/piattaforma fondata da Mark Zuckerberg finisce nello scandalo, basti pensare a quanto accaduto in merito a Cambridge Analytica. Nella fattispecie, in questo caso, il file che sarebbe finito online, quello contenente i dati di milioni di utenti, sarebbe rimasto esposto e disponibile a chiunque per circa due settimane.
Ovvero, per un periodo che va dal 4 al 19 dicembre. Inoltre, pare che l’accesso a tale file non necessitasse di password o procedere di ingresso, e lo stesso sarebbe stato anche scaricabile da un forum hacker.
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Facebook nella bufera, milioni di dati finiti online: cosa potrebbe essere successo
Una questione importante e che farà molto discutere, quella inerente a Facebook e alla fuga di dati online appartenenti a ben 267 milioni di utenti, con un file esposto e disponibile praticamente a chiunque o quasi. Un problema di privacy, non il primo che coinvolge il colosso fondato da Zuckerberg nel 2004.
Stando alla società Comparitech, i suddetti dati potrebbero esser stati presi dalla piattaforma API, quella legata allo sviluppo delle applicazioni. O, ancora, mediante un’apposita tecnica finalizzata a sottrarre dati grazie all’utilizzo di specifici software.
“User ID”, nome e numero telefonico, queste info contenute nel file, rimosso soltanto dopo l’arrivo della segnalazione.
Sull’episodio, di cui probabilmente si discuterà a lungo, si è pronunciato lo stesso Facebook attraverso le parole di un portavoce.
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Quest’ultimo ha spiegato che il problema registrato è sotto analisi ed approfondimento. L’idea che si sono fatti in merito è che le informazioni prese fossero antecedenti alla serie di cambiamenti, apportati negli ultimi anni, in materia di privacy e protezione dei dati.
