Gran Bretagna, il grande giorno del voto, c’è tempo fino alle 22

Previsti alle urne oltre 45 milioni di residenti in Gran Bretagna. A sfidarsi il premier uscente Boris Johnson e il laburista Jeremy Corbyn

The big day has arrived (il grande giorno è arrivato). Si potrebbe intitolare così la giornata di oggi per il popolo britannico, chiamato a votare il primo ministro del Regno Unito. I seggi sono aperti dalle ore 7 locali fino alle 22 in 650 collegi tra Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Si tratta delle terze elezioni politiche in quattro anni, a testimonianza di come tutto il mondo è paese in tal senso.

L’attesa e la curiosità sono alle stelle visto che da questo voto dipende molto il futuro dell’intera Gran Bretagna, alle prese da tempo con la Brexit, ovvero con l’uscita dall’Unione Europea.

Per questo motivo il grande favorito è Boris Johnson, premier uscente e leader del partito conservatore. Gli ultimi sondaggi però danno in risalita il laburista Jeremy Corbyn, che potrebbe fare il grande colpo stupendo tutti. A differenza del suo avversario, ha in mente un piano “europeista” volto alla ristrutturazione dell’economia e all’aumento della spesa pubblica.

Insomma, più che Johnson vs Corbyn, questa tornata elettorale sembra mettere di fronte i favorevoli alla uscita dall’Unione Europea e coloro che invece vogliono rimanerci. A tal proposito c’è una grande frattura nel popolo britannico. Nonostante i favorevoli alla Brexit siano in maggioranza, le nuove generazioni non sono così favorevoli visto che in questo modo la loro libertà di spostamento sarebbe fortemente limitata.

Una scelta difficile insomma, che porterà alle urne oltre il 70% della popolazione. Si tratta della prima volta che si vota nel freddo mese di dicembre, e quindi si teme che a causa del freddo e delle piogge molti elettori potrebbero scoraggiarsi e decidere di non andare a votare.

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Gran Bretagna, Boris Johnson e il sogno Brexit

Stasera dopo le 22 si saprà chi sarà il vincitore. Boris Johnson è favorito, ma per poter attuare la Brexit entro il 31 gennaio 2020 così come concordato con l’UE, ha bisogno della maggioranza assoluta. Solo con la sicurezza di poter governare da soli i conservatori potranno essere sicuri di realizzare il loro piano senza impedimenti. Dunque, potrebbero avere un ruolo decisivo i partiti minori, anche se nessuno sembra sia disposto ad appoggiare i Tories.

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