Di Maio: ” Nel decreto Sblocca cantieri nessun condono “

Luigi Di Maio (Getty Images)

Il vicepremier Di Maio, in merito al decreto Sblocca cantieri, boccia qualsiasi ipotesi di un condono: “Pronti ad accogliere le buone proposte, ma i condoni no ”

Il destino della Tav è incerto, in compenso il governo si appresta a varare un decreto, il cui approdo in Consiglio dei Ministri è previsto per mercoledì prossimo, per sbloccare i cantieri per rilanciare così il comparto dell’edilizia, uno dei settori colpiti più duramente dalla crisi esplosa oramai 10 anni fa. Intanto al fine di fare chiarezza e sgombrare il campo dal sospetto che un’altra  “manina” inserisca di soppiatto nel testo del decreto una sanatoria degli abusi edilizi, cioè un condono, interviene il vicepremier Di Maio: ” Di fronte alle buone proposte, pronti ad accoglierle, ma condoni no. Non se ne parla. Non li faremo passare “, così il capo politico del M5S in un’intervista al Corriere della Sera.

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Di Maio: ” Nel decreto Sblocca cantieri nessun condono “. La replica del Carroccio: ” La Lega è contraria ai condoni “

Mercoledì è atteso in Consiglio dei Ministri il decreto “sblocca-cantieri”, tuttavia le divergenze in proposito tra i due alleati di governo non sono del tutto appianate. La Lega, infatti, punta ad un intervento ad ampio raggio, con un commissario unico che sovrintenda alla ripartenza di tutti i cantieri delle grandi opere e che non tralasci  l’edilizia privata. Dalle bozze, ancora di limature, emerge anche una “mini-sanatoria” sulle piccole irregolarità sui vecchi edifici per le costruzioni iniziate prima del 1977. Una misura che però, secondo fonti parlamentari, non sarebbe gradita in casa M5S perché prefigurerebbe un condono edilizio. Ipotesi smentita dal Carroccio: ” La Lega è contraria ad ogni condono, la notizia è infondata “.  Ciononostante, come riferisce Skytg24, Salvini alza l’asticella: ” Il decreto deve sbloccare davvero i cantieri, tutti i cantieri, e far ripartire l’edilizia pubblica e privata in tutta Italia, oppure non servirà. L’Italia non ha bisogno di aspirine ma di una rivoluzione“.

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