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Antonello Venditti: “Mia madre sperava nei miei fallimenti”

Alla soglia dei 70 anni, Antonello Venditti si è raccontato in una lunga intervista a Vanity Fair

Antonello Venditti ha raccontato la sua difficile infanzia a Vanity Fair: “Mia madre sperava nei miei fallimenti. Mangiavo tutto il giorno per sfogarmi”.

Un inedito Antonello Venditti. Il cantautore romano ha raccontato a Vanity Fair il periodo difficile vissuto durante gli anni della scuola: “Ero tra quelli che sentivano le risatine al loro passaggio e se una ragazza mi sorrideva neanche ci credevo. Mi chiamavano ‘Cicciabomba’, pesavo quasi 100 chili, Mia madre sperava nei miei fallimenti, considerava le mie canzoni poco meno che spazzatura e a mio padre Vincenzo, convinta di non essere ascoltata, diceva di me: ‘Il ragazzo è cretino’. Era talmente poca la stima che avevo di me che mi attaccavo all’unico vizio che mi era concesso: il cibo. Mangiavo tutto il giorno. Arrivato a 94 chili, ma forse anche a 98, dissi basta”

Antonello Venditti: “Salvini? Parla il linguaggio di oggi”

Antonello Venditti ha parlato anche di politica e analizzato l’ascesa di Matteo Salvini. “Parla il linguaggio dell’epoca in cui vive. Sarebbe interessante trovare un giovane uomo o donna di sinistra che abbia la capacità di comunicare con gli altri come fa Salvini. Lui muta. Mette una felpa della Polizia e diventa poliziotto. Ha una capacità di immedesimazione fenomenale. È credibile”. Il cantautore ha commentato anche il caso della motonave Diciotti. “Salvini ha agito in nome di un superiore interesse nazionale, l’hanno capito tutti. Tutta Europa. In Italia invece siamo alla Procura X che manda un avviso di garanzia e in questa confusione di linguaggio e di poteri, alla fine, le ragioni di chi grida allo scandalo sono deboli, perdenti, inutili. Vuoi smontare un governo per l’alzata di scudi di una Procura? Dove pensi di andare?

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Alessio I.