Strage di Viareggio: chiesti in appello 15 anni e 6 mesi per Moretti

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Corte d’Appello di Firenze [Fonte: Google Maps 2017]
In aula per il processo d’appello per la strage di Viareggio, il pm ha chiesto 15 anni 6 mesi per Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato

 

Il pm Salvatore Giannino ha chiesto 15 anni e 6 mesi per l’ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti: in aula si svolge il processo d’appello per la strage di Viareggio. Il 29 giugno del 2009 il deragliamento del treno merci n° 50325 provocò una fuoriuscita di gas da una cisterna, da cui divampò un incendio di vaste proporzioni. Ad essere colpita dal disastro furono la stazione di Viareggio e la zona circostante: quel giorno persero la vita 32 persone.

Il processo di primo emise la sua sentenza lo scorso 31 gennaio 2017, dopo oltre 7 anni e 140 udienze. Allora il Tribunale di Lucca condannò i 33 imputati per i reati di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali. Al banco anche Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, per cui sono stati decretati 7 anni di reclusione. Durante il processo d’appello, iniziato il 13 novembre del 2018, il pm Salvatore Giannino ha rilanciato, chiedendo ai giudici della terza sezione penale della Corte d’appello di Firenze una reclusione di 15 anni e 6 mesi per Moretti.

Strage di Viareggio, processo d’appello: le richieste del pm

Durante l’udienza del processo d’appello per la strage di Viareggio, il pm Salvatore Giannino ha richiesto per Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, una condanna di 15 anni e 6 mesi di reclusione. Per Michele Mario Elia, nel 2009 ad di “Rete ferroviaria italiana”, e Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia e di Fs Logistica, la richiesta è di 7 anni e 6 mesi.

Durante l’udienza, Mauro Moretti ha rotto il silenzio per la prima volta, dichiarando: “Rinuncio alla prescrizione per rispetto alle vittime, ai loro familiari e al loro dolore. Lo faccio perché ritengo di essere innocente”. L’ha presa male una familiare delle vittime, Daniela Rombi, che l’ha seguito fuori all’aula per dirgli: “Pulisciti la bocca prima di parlare delle famiglie delle vittime”.

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