Conte: ” Un dovere preservare la memoria delle Foibe “

Alla vigilia della Giornata del Ricordo il Premier Conte evidenzia l’imperativo di non dimenticare la tragedia delle Foibe e l’esodo di migliaia di istriani, dalmati e giuliani

Domani, 10 febbraio, si celebra la Giornata del Ricordo, una ricorrenza voluta dallo Stato italiano per commemorare le vittime delle Foibe: profonde cavità carsiche dentro cui venivano gettati, in molti casi ancora vivi, col pretesto di collaborazionismo con il regime fascista, gli italiani dopo l’avanzata lungo il confine orientale da parte delle truppe comuniste titine nei convulsi ultimi giorni del Secondo Conflitto Mondiale. Una sorta di epurazione di italiani visto anche il concomitante esodo di migliaia di istriani, giuliani e dalmati,di origine italiana, costretti a lasciare le loro case per non condividere lo stesso tragico destino degli infoibati. Una verità storica per decenni negata o taciuta, ecco perché le più alte cariche dello Stato, alla vigilia della Giornata del Ricordo, sottolineano l’importanza di non dimenticare la tragedia delle Foibe.  ” Oggi al Quirinale per ricordare le vittime delle Foibe e i tanti istriani, fiumani e dalmati, nostri compatrioti, costretti all’esodo. E’ nostro dovere approfondire le pagine non ancora pienamente esplorate della nostra storia e preservarne la memoria “, il contenuto del tweet del Premier Giuseppe Conte.

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Conte: ” Un dovere preservare la memoria delle Foibe “. Mattarella: ” Una ferita all’Italia “

Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato le vittime delle Foibe in una cerimonia al Quirinale. ” Un capitolo buio della storia che causò sofferenza e spargimento di sangue innocente. Una ferita di tutto il popolo italiano“. Il Capo dello Stato si è poi soffermato sulla reticenza ed il processo di rimozione che hanno caratterizzato questa triste pagina della storia italiana, inquadrata nella controversa questione del confine orientale all’indomani della sconfitta del nazifascismo. ” La zona al confine est divenne, su iniziativa dei comunisti jugoslavi, teatro  di violenze, uccisioni, vendette. Non si trattò di una ritorsione contro i torti del fascismo. Per una serie di coincidenze, cadde una ingiustificabile cortina di silenzio “.

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