Dopo le polemiche sull’immigrazione, i gilet gialli e i terroristi italiani che risiedono in Francia, Matteo Salvini è disposto a collaborare e ad avere un incontro con Emmanuel Macron a patto che si rispettino tre punti
La Francia richiama l’ambasciatore a Roma, una rottura diplomatica senza precedenti con l’Italia. Questa, una rottura maturata dopo le innumerevoli polemiche delle ultime settimane: immigrazione, gilet gialli e terroristi che riparano in Francia. Matteo Salvini si dice “pronto e disponibile” a “voltare pagina” per “il bene del popolo” italiano e ad avere un incontro con Emmanuel Macron. Ma per farlo i francesi devono rispettare tre “questioni fondamentali” che per il governo italiano sono fondamentali. In primis, il blocco totale e definitivo dei respingimenti alle frontiere: dal 2017 a oggi si parla di oltre 60mila immigrati, tra cui anche bambini e donne abbandonate in mezzo ai boschi. Al secondo punto il ministro dell’Interno mette la restituzione dei terroristi rossi italiani. Infine, come ultimo punto, il ministro chiede rispetto per i nostri lavoratori pendolari che sono letteralmente vessati ogni giorno alle frontiere francesi da controlli che durano ore.
Attraverso Facebook, il vicepremier Luigi Di Maio scrive un messaggio che lascia intendere la sua posizione: “Il popolo francese è nostro amico e nostro alleato. Il Presidente Macron si è più volte scagliato contro il governo italiano per motivi politici in vista delle europee. Questo non ha mai intaccato il sentimento di amicizia che lega i nostri Paesi e mai lo farà”. Il messaggio continua con una dichiarazione che lascia intendere il massimo della collaborazione: “Il dialogo e la collaborazione con il governo francese è sempre massimo e siamo disponibili a incontri al più alto livello con il governo francese per trovare soluzioni. Il mio incontro come capo politico del Movimento 5 Stelle, con esponenti dei gilet gialli e con alcuni candidati della lista RIC è pienamente legittimo”. Anche Alessandro di Battista si è pronunciato in merito alla questione affermando che “Più che richiamare in patria l’ambasciatore francese in italia, suggerisco al presidente macron di richiamare in Francia quei dirigenti francesi che dettano ancora legge nelle banche centrali africane”.
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