Dopo l’uscita degli Usa, resa pubblica ieri dal Segretario di Stato Pompeo, Putin annuncia che, entro sei mesi, anche Mosca si ritirerà dal Trattato INF
Il Trattato INF che mette al bando le forze nucleari intermedie è di fatto carta straccia. Dopo il passo indietro degli Stati Uniti dall’accordo del 1987, Putin ha annunciato in un incontro con i ministri della Difesa e degli Esteri che anche Mosca sospende l’accordo che potrebbe essere cancellato tra sei mesi. La Russia svilupperà nuovi missili a breve e media gittata, anche ipersonici, ma non li schiererà a meno che non lo facciano gli Usa. “Non dovremmo farci trascinare e non ci faremo trascinare in una costosa corsa agli armamenti”, ha commentato Putin. Siglato a Washington l’8 dicembre 1987 e negoziato durante il vertice di Reykjavík dell’11 ottobre 1986, il Trattato INF segnò di fatto la fine della Guerra Fredda.
Putin: ” Anche Mosca si ritira dal Trattato INF. Nessun dialogo con gli Usa “
Secondo quanto riferisce la Tass, agenzia di stampa russa, il numero uno del Cremlino avrebbe poi ordinato ai due ministri di non avviare nessun dialogo con gli Stati Uniti su questo tema. ” Aspettiamo che i nostri partner divengano abbastanza maturi da condurre con noi trattative eque e significative su questo argomento cruciale per noi, per loro e per il mondo intero “. Una decisione sulla quale è intervenuta anche la Cina che ha invitato i due Paesi a mantenere in vigore il Trattato per evitare conseguenze negative. “Sollecitiamo Stati Uniti e Russia a risolvere in modo adeguato le differenze attraverso un dialogo costruttivo”. Così si legge in una nota diramata dal ministero degli Esteri. Gli Usa hanno motivato l’uscita dal Trattato INF con le ripetute violazioni dello stesso da parte dei russi. Nello specifico, il pomo della discordia è il missile Iskander che secondo i russi avrebbe un raggio di soli 480 chilometri; mentre per il Pentagono ha una gittata che può arrivare fino a 2.500 chilometri, quindi in palese violazione dell’INF.
