Caporalato, arresti a Latina

Operazione della Polizia di Stato a Latina contro il caporalato:  quattrocento stranieri costretti a lavorare in condizioni disumane. Tra gli arrestati anche un sindacalista ed un ispettore del lavoro

Blitz della Polizia di Stato contro un sodalizio criminale dedito allo sfruttamento del lavoro ed al caporalato ai danni di centinaia di stranieri. Quest’ultimi erano costretti a lavorare per 10 ore al giorno, senza sosta, e venivano pagati 4 euro all’ora.  Circa 400 stranieri, per lo più romeni e nordafricani, erano finiti nella rete di sfruttamento della Agri Amici, una cooperativa di Sezze, in provincia di Latina. In realtà una società di facciata che nascondeva una centrale di caporalato. La Digos di Latina, in coordinamento con gli uomini del Servizio Centrale Operativo, ha smantellato un’associazione per delinquere composta da sei italiani, arrestati per violazione della normativa sul caporalato. Sequestrati decine di automezzi, beni e case nella disponibilità degli arrestati.  Un “tesoretto” frutto dei guadagni realizzati illecitamente sulle pelle dei braccianti stranieri.

Caporalato a Latina: arrestati anche un sindacalista ed un ispettore del lavoro

Le manette sono scattate anche per un sindacalista e un ispettore del lavoro, accusati di corruzione. I reati contestati dalla Procura di Latina agli indagati vanno dall’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro all’estorsione, dal riciclaggio a reati tributari. Uomini senza scrupoli approfittano dello stato di necessità e di indigenza degli stranieri non regolari per costringerli ad accettare condizioni di lavoro disumane. Una vera piaga, quella del caporalato, che dilaga soprattutto nel settore agricolo. Ieri, infatti, un’altra operazione, coordinata dalla Procura di Matera, aveva portato all’arresto di 14 persone per sfruttamento della manodopera nei campi agricoli. A finire dietro le sbarre anche due sindacalisti Uil  ed un dipendente del Comune di Scanzano Jonico, in provincia di Matera, con l’accusa di corruzione per aver agevolato, in cambio di denaro, il rilascio di carte d’identità richieste dai caporali per i lavoratori.

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