Cesare Battisti, esponenti comunisti: ” E’ propaganda di governo “

 

Nel coro di consensi per l’arresto ed immediata estradizione di Cesare Battisti anche qualche voce dissonante: gli esponenti comunisti Ferrando, Ferrero e Caruso

Mentre Cesare Battisti è in volo verso l’Italia, dove sconterà l’ergastolo, il suo arresto continua a far discutere. Non solo commenti entusiastici per la naturale conclusione di una tormentata vicenda giudiziaria ma anche qualche voce fuori dal coro.  Marco Ferrando, portavoce del Partito Comunista dei Lavoratori, si dichiara contrario all’estradizione in quanto ” per fatti di 30 anni fa la soluzione logica è l’amnistia “. Il rischio, denuncia Ferrando, è la tentazione del governo di sfruttare l’estradizione di Battisti come un momento propagandistico. Dello stesso avviso Paolo Ferrero, ex parlamentare ed ex segretario di Rifondazione Comunista, che stigmatizza l’evenienza che Salvini possa esibire Battisti come un trofeo. Altro diversivo, per Ferrero, per distrarre i cittadini dalle vere problematiche quali la disoccupazione, la precarietà, il rincaro delle bollette.

Cesare Battisti, Caruso: ” Vendetta non serve “

Per Francesco Caruso, ex deputato di Rifondazione Comunista,  l’arresto di Battisti è solo una vendetta per soddisfare l’odio e il rancore di questi signori al governo. Il terrorista dei Pac “ha le sue colpe ma il Battisti che aveva vent’anni e il settantenne di oggi – sottolinea Caruso – sono due persone diverse. Il carcere ha una funzione riabilitativa. Non si capisce cosa debba fare questo signore in carcere se il principio del carcere resta quello sancito dall’articolo 27 della Costituzione italiana che si chiama “rieducazione“, non “vendetta”  “. Inoltre, puntualizza, la logica punitiva può avere una sua efficacia e quindi legittimità solo nel momento in cui serve ad intimorire come contro i mafiosi. Nel caso di Battisti siamo in presenza di un prigioniero politico di una guerra civile di 40 anni fa. Posizioni condivisibili, resta solo un dubbio da sciogliere: si esprimerebbero in questi termini se Battisti fosse un “prigioniero politico” di estrema destra?

 

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