Pedaggi autostradali, governo al lavoro per bloccare gli aumenti

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Il governo è al lavoro per bloccare gli aumenti dei pedaggi autostradali

Fonti del Ministero dei Trasporti rivelano “ottimismo” sul possibile annullamento degli aumenti dei pedaggi autostradali, previsti dal 1° gennaio. Ma continua la polemica.

Il governo è al lavoro per bloccare gli aumenti dei pedaggi su una gran parte della rete autostradale nazionale. È quanto assicurano dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per placare le polemiche scoppiate nelle ultime ore. Nei giorni scorsi era infatti circolata con forza la notizia di un brusco rincaro dei pedaggi proprio in concomitanza con le festività di inizio anno. Qualche esempio: per Autostrade per l’Italia, aumento annuale delle tariffe +0,81%; per Sat, Società Autostrada Tirrenica +1,17%, per la Tangenziale di Napoli +1,8%. Oggi, invece, fonti del Ministero parlano invece di “aria di ottimismo per una sterilizzazione ormai certa degli aumenti delle tariffe “. In particolare, riferiscono le stesse fonti, il blocco riguarderà anche Aspi e Strada dei Parchi (A24-A25). Per alcune concessionarie, si osserva, “si arriverà invece a ritocchi minimi. I gestori hanno comunque assicurato che sarà d’ora in poi valutato in modo più puntuale (sul singolo anno anziché ogni cinque anni) il rapporto tra tariffe, andamento dei prezzi e investimenti”.

Pedaggi autostradali: continuano le polemiche

In risposta alle polemiche scoppiate negli ultimi giorni, il Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha anche chiesto ai primi cittadini di collaborare invece di protestare, arrivando anche a invitarli a dimettersi. I sindaci però non si arrendono: “Non prendiamo lezioni da chi ha creato un danno d’immagine alle infrastrutture. Mettendo in scena un balletto surreale sulla tenuta dei piloni delle autostrade”, attacca il sindaco di Navelli (L’Aquila), Paolo Federico, in merito alle polemiche successive al crollo del ponte Morandi. Un dibattito per lo più politico, dato che il ministro accusa i sindaci di non aver protestato in passato contro i loro partiti che avevano permesso l’aumento delle tariffe. A questa accusa, i primi cittadini ribattono che “chiedere le dimissioni con argomentazioni retrodatate non fa che mostrare scarsa attenzione verso la storia del territorio“. I sindaci lamentano inoltre “la mancanza di senso delle istituzioni e l’insufficiente conoscenza delle difficoltà che gli amministratori devono affrontare tutti i giorni”. Per ribadire la propria posizione, è stata fissata una manifestazione dei sindaci per lunedì 31 dicembre alle 9 al casello dell’Aquila ovest dell’A24.

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