Giappone, in arrivo 340mila immigrati per mancanza di lavoratori

Giappone, in arrivo 340mila immigrati per mancanza di lavoratori
Tokyo, Giappone

In arrivo in Giappone circa 340mila immigrati; per combattere l’invecchiamento demografico Il governo di Tokyo investirà l’equivalente di 50 milioni di euro in cinque anni. I principali flussi di arrivo da Filippine, Vietnam e Myanmar.

Il governo del premier Shinzo Abe ha varato alcuni giorni fa un pacchetto di misure per favorire l’arrivo in Giappone di lavoratori stranieri dai paesi del Sud Est asiatico. Una misura in netta controtendenza con il vento «sovranista» che soffia su Europa e Stati Uniti.

Il Giappone è un Paese con una forte economia manifatturiera, alle prese con seri problemi: l’invecchiamento della popolazione, un debito pubblico alto e una pesante carenza di manodopera per il suo tessuto produttivo.

Caratteristiche simili all’Italia, ma in questo caso si parla del Giappone e delle misure varate dal governo per fronteggiare il rischio del declino economico e demografico.

Un caso che non riguarda solo Tokyo ma che tocca anche il mondo occidentale. L’estate scorsa la Germania ha adottato misure analoghe a quelle del Giappone, con la pianificazione di arrivo di 1.600.000 lavoratori stranieri.

Anche in Ungheria, le delocalizzazioni e lo sbarco di multinazionali hanno fatto rialzare la richiesta di manodopera; tuttavia, la politica di chiusura delle frontiere di Orbàn ha costretto a soluzioni diverse.

Le ore straordinarie di lavoro sono state alzate, attraverso la nuova legge, a circa 400 l’anno, scatenando proteste in piazza.

Giappone, in arrivo 340mila immigrati per mancanza di lavoratori: il pacchetto di misure

340mila immigrati richiesti dal Giappone per coprire le mancanze di manodopera.

Il pacchetto è composto da 126 misure totali e punta a garantire l’immigrazione di almeno, come detto, 340.000 lavoratori nell’arco di cinque anni e la loro integrazione nella società nipponica.

6 miliardi di yen, circa 50 milioni di euro messi a bilancio per rispondere ad una esigenza: supplire alla mancanza di lavoratori e manodopera di alcuni settori, come le costruzioni e l’alta tecnologia.

La cifra stanziata verrà spesa per l’integrazione dei nuovi arrivati in circa 100 comunità, sia città grandi che piccoli centri. Inoltre, i fondi serviranno per finanziare l’assistenza burocratica, corsi di lingua, assistenza medica e scolastica per i figli degli immigrati.

L’offerta di Tokyo è rivolta a 11 paesi dell’area ma si prevede che i flussi più forti possano arrivare da Filippine, Vietnam e Myanmar.

 

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